Social Media Strategy per Startup. Recap per chi non era alla #BattleSA

Social Media Strategy per le StartUp

Di ritorno dalla Battaglia delle Idee ho deciso di approfittare del lungo viaggio in treno per sintetizzare in qualche riga i punti chiave del mio speech che, per chi se lo fosse perso, trattava di come impostare una Social Media Strategy per StartUp.

Prima di continuare, per chi non ama le sintesi ed è in vena di paccate di slide, in fondo al post può trovare tutto il malloppo. Tutti gli altri possono continuare qui sotto 😉

PREMESSA
Con molta probabilità, al momento, la nostra startup è nota al team, a qualche amico ormai asciugato, ai genitori (che si domandano perché mai i loro figli non abbiano scelto di drogarsi come tutti gli altri), alle nonne (uniche VCs a suon di 50 euro alla volta e di “non spendeteli tutti“). Diciamocelo serenamente, non ci conosce nessuno. Period.

OBIETTIVO DI COMUNICAZIONE
Sfruttare sinergicamente tutti i canali digitali a nostra disposizione per portare rapidamente il nostro servizio/prodotto verso una massa critica di utenti e creare quella base necessaria per aiutarci, quando sarà il momento, a fare il salto e superare il famoso chasm. A partire da innovators ed early adopters, ogni categoria di utenti deve diventare il principale promotore per gli utenti della categoria successiva.

CANALI
Lo so, è la fiera dell’ovvio, ma a volte le cose è meglio dirsele una volta in più.
Non c’è bisogno di invadere il web con i nostri contenuti, ché poi finisce a ctrl+c / ctrl+v di un post su tutti i millemila profili che abbiamo aperto. Guai a non considerare i due grandi ecosistemi facebook e g+, a cui aggiungere sicuramente il sito web e relativo blog.

Ok ma che ci mettiamo nel blog? Ci mettiamo la nostra storia, i nostri avanzamenti, il team, i contenuti affini al target che vogliamo raggiungere ma anche utili per farci guadagnare autorevolezza fintanto che non cominceremo a guadagnare mercato.

Insomma, i canali da adottare sono pochi, voluminosi e utili.

PIANO EDITORIALE
Questo sconosciuto. Lo fanno le grandi aziende, non vedo perché non debba farlo una startup che a differenza dei big ha risorse economiche, di tempo e umane nettamente inferiori.
Il piano editoriale serve per rendersi conto dell’impegno necessario, per non trovarsi a corto di contenuti, semplicemente per fare le cose fatte bene. Altrimenti, davvero, lasciamo stare.

TIMING DI PUBBLICAZIONE
Bel punto questo. Pochi giorni fa i ragazzi di Web in fermento hanno pubblicato una stupenda piramide dei contenuti che, a mio avviso, funge da faro per orientarci ovviamente calibrando il tutto sulla nostra realtà e capacità produttiva. Non posso che rimandare direttamente al loro articolo.

DIGITAL PR (sottotitolo: uscite dal garage!)
Eccola, la marcia in più. In estrema sintesi alziamo gli occhi dalla tastiera e facciamo del sano networking, magari cercando di costruire nuove relazioni con influencer, blogger e opinion leader che, prima di molti altri, potranno dare un buon boost al nostro progetto in termini di notorietà. Un modo per unire utile e dilettevole, per esempio, è coinvolgere il nostro network in alpha/beta test, chiedere feedback, chiedere un contributo in un post da scrivere a quattro mani per il vostro blog.

E in tutto ciò siate autorevoli (non fanfaroni), umili e sinceri.

ASCOLTO
Già ci conoscono in pochi, pochissimi. Quattro gatti, diciamo. Se per caso arriva il quinto e non ce ne accorgiamo siamo un po’ fessi.
E’ importante tenere le orecchie ben aperte e saper intercettare conversazioni che ci riguardano, direttamente ma anche legate alle parole chiave afferenti il nostro business. Perchè? Prima di tutto per saperlo, dopodichè prenderemo altre decisioni (per esempio di ingaggiare chi ci ha menzionato o chi scopriamo essere autorevole in tale ambito).

TOOLS
Ok, ora serve qualcosa per aiutarci a fare tutto ciò a costo praticamente zero. Mi limito a fare la lista della spesa.

Google Alert
Mention
Talkwalker
Hootsuite
Buffer
Feedbin
Tweetchup

That’s all, folks!

Queste sono le slide, per chi volesse scaricarle può farlo così >>

Qui invece Ninja Marketing ha pubblicato le slide di tutti gli interventi delle due giornate. Enjoy!

Filippo Giotto, classe 1978, appassionato di digitale e nostalgico dell'analogico, nella mia Bio di Twitter mi descrivo così: Digital Thinker, Analogical Maker. Cresciuto a Ringo e Vic20, senza pallone né merendine. Sognatore e appassionato, amante di mare, vento, vela e bicilindrici a V.

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